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Mela Campanina

Diciamocelo. A me le mele non piacciono. Al momento, di quelle che ho mangiato in vita mia, solo tre riescono a superare la mia, diciamo, soglia del gusto.
La prima, in ordine di preferenza è la mela Campanina. Questa mela piccola e adatta alla lunga conservazione (senza bisogno di frigo), originaria del modenese e detta Campanein nel dialetto arzan, ha una caratteristica che per me la rende “La Mela”. E’ fenomenale da cotta senza nessuna aggiunta (no zucchero, no cannella, no menate varie). Pare un dolce e io l’adoro. Come si mangia questa mela strabuona? Sia cruda che cotta e questo è il suo periodo di maturazione.
“La mela Campanino appartiene alla famiglia delle Calville bastarde...”. Comincia così un sito sulla biodiversità della Provincia di Vicenza (http://biodiversita.provincia.vicenza.it/pagstor/h_campanino.html) che spiega come questa mela altro non sia che il semenzale “fortunato” trovato chissà dove nel modenese, molto apprezzato per certe sue caratteristiche di conservabilità.
Il mio albero di Campanino ha tre frutti quest’anno. Un quarto è caduto prima del tempo a causa di una puntura di cimice. E’ il primo anno che produce e fa parte della mia sperimentazione nel giardino di casa, dove “metto in ovra” parecchie tecniche per valutare se sono appropriate o no. Ebbene, questo melo è all’ombra, mai annaffiato, mai concimato, inserito in una gilda sparuta con finocchio selvatico, ortica, consolida (che non prospera), cren (fallimentare), carciofi. Se non è resiliente questo melo... Ed io l’amo appassionatamente. Me lo guardo, me lo coccolo, me lo studio. Sto valutando se fare delle piegature perchè non voglio assolutamente potarlo, la potatura infatti è difficoltosa e potrebbe rovinarlo. Oggi, per la prima volta, gli abbiamo dato, Marco ed io, un fermentato di consolida superdiluito affinchè si ritrovi, in questi ultimi giorni in cui ha ancora le foglie belle verdi, un pò di nutrimento per prepararsi alla prossima bella stagione. Vedremo cosa accadrà in primavera, in Aprile, quando fiorisce.
Qui un sito dedicato alla mela campanina: http://www.melacampanina.it/ dove si trovano ricette, storia e le gesta di quest’azienda che la coltiva da 40 anni.
Scheda di Maioli sul Melo Campanino Maturazione: 01/15 ottobre Buccia: verde rosso Dimensioni: piccolo Polpa: acidula aromatica bianco crema Resistenza a malattie: sì Conservazione: 200-240 gg Note: Antica varietà di origine modenese, coltivata nelle province di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Ferrara.Pianta rustica, media vigoria, resistente a ticchiolatura e oidio, perciò ideale per la coltivazione biologica o per il frutteto familiare. Da studi eseguiti dall’Università di Bologna, questa mela risulta avere un elevatissimo contenuto di antiossidanti (4 volte in più della Golden delicius), pectina e polifenoli, oltre che di acido ascorbico. Ideale sia per consumo fresco, ottimo cotto e per confetture
 
Scheda di Dal Monte Vivai sul Melo Campanino
Specie: Melo (Malus domestica) Sinonimi: Modenese Caratteristiche: Campanino è una tipica mela invernale, cultivar rustica dotata di vigoria media e produttività altalenante (produce principalmente sui brindilli), con lenta entrata in produzione. Campanino produce frutti molto serbevoli che si conservano fino ad Aprile Epoca di fioritura: II° decade di Aprile. Colore fioritura: Bianco Impollinazione: Sì (Abbondanza, Imperatore, Stark delicious). Epoca di raccolta: III° decade di Ottobre. Frutto: Campanino presenta frutti di dimensioni medio - piccole (peso medio 135 g) e forma appiattita. La buccia è liscia, di colore verde sfumata di rosso all'insolazione con marcata presenza di lenticelle; spesso è coperta da rugginosità. Le lenticelle sono molto evidenti. La polpa è soda, croccante, succosa, appena zuccherina e mediamente acida, di buon gusto e serbevole. I frutti di Campanino hanno un elevato potere nutraceutico per l'elevato contenuto di antiossidanti fenolici, nettamente superiore, per esempio a Golden. Utilizzo del frutto: Trasformazione, consumo fresco. Conservabilità: Molto buona, si conserva a lungo anche a temperatura ambiente. Resistenza alle avversità: Molto buona, poco suscettibile a Ticchiolatura ed Oidio. Zona vocata di piantagione: Collina, Pianura. Origine: Italia (probabilmente la zona del Modenese o del Bolognese Editore: libera da vincoli