I macerati glicerinati
I macerati glicerinati
I Macerati Glicerinati sono soluzioni ottenute per macerazione delle parti di piante fresche in acqua - alcool etilico - glicerina.
Si inizia l’operazione ponendo a macero per 21 giorni i tessuti con rapporto droga - solvente 1 : 20 (una parte di droga e 20 di solvente), tenendo conto dell’acqua contenuta nella pianta, quindi riferendosi alla pianta essiccata.
Il solvente è composto da glicerina + alcool.
A macerazione conclusa si filtra e si aggiunge diluente sino a raggiungere la prima decimale 1 DH, fatta eccezione per il vischio che si diluisce alla prima centesimale 1 CH.
Il diluente può essere composto da: 50 parti di glicerina - 30 parti di alcool etilico - 20 parti di acqua.
Nella maggioranza dei casi la gradazione finale è di 18° (altre volte 40°) con una densità di 1,1.
Conservazione: in flaconi ben chiusi, al buio e in ambiente fresco.
Posologia: in media 20 - 40 gocce tre volte al giorno; i macerati glicerinati non si devono mescolare tra di loro.
Alcune indicazioni dei Macerati glicerinati
Betula pubescens Artrosi, decalcificazione, tracheiti, sinusiti croniche, malattie respiratorie recidivanti Aesculus domestica Circolazione venosa, disturbi menopausa Aesculus hippocastanum Affezioni venose Castanea vesca Circolazione venosa e linfatica Cornus sanguinea Anticoagulante Corylus avellana Antisclerosi, apparato respiratorio, fegato Crataegus oxyacantha Insufficienza cardiaca, tachicardia, ansia Citrus limonum Artriti, arteriosclerosi Ficus carica Ulcera gastroduodenale, gastrite Fraxinus excelsior Gotta cronica e acuta Juniperus communis Insufficienza epatica acuta Juglans regia Ulcere varicose, angine Olea europea Ipertensione, ipercolesterolemia Pinus montana Artrosi, reumatismo cronico Populus nigra Artriti arti inferiori Ribes nigrum Allergie, artrosi, stimolante corticosurrenale. Epatite virale, asma, rinite allergica. Effetti simili ai cortisonici.
Classificazione delle piante in relazione al terreno
Il Dottor Pol Henry ha effettuato la seguente classificazione delle piante utilizzate in Fitoterapia, privilegiando l’adattabilità al terreno come caratteristica base ai fini dell’indicazione terapeutica:
Piante che crescono bene sia in associazione che isolate:
Castanea dentata
Castagno americano
Quercus peduncolata
Farnia
Fagus sylvatica
Faggio comune
Abies pectinea
Abete bianco
Piante che crescono preferibilmente isolate (terapie specifiche):
Juglans regia
Noce comune
Ulmus campestris
Olmo comune
Piante particolarmente esigenti e selettive rispetto al terreno (terapie specifiche):
Fraxinus excelsior
Frassino
Ulmus campestris
Olmo comune
Acer campestris
Acero campestre
Tilia tormentosa
Tiglio argentato
Fagus sylvatica
Faggio comune
Abies pectinea
Abete bianco
Quercus peduncolata
Farnia
Viburnum opulus
Pallone di maggio
Castanea sativa
Castagno comune
Piante poco esigenti rispetto al suolo; tendenzialmente colonizzatrici e protettive (terapie generali):
Betula verrucosa
Betulla
Alnus glutinosa
Ontano nero
Carpinus betulus
Carpino comune
Crataegus oxycantha
Biancospino
Corylus avellana
Nocciolo
Piante sociali che migliorano il terreno o stimolano la crescita di altre (terapie generali):
Corylus avellana
Nocciolo comune
Carpinus betulus
Carpino comune
Alnus glutinosa
Ontano nero
Piante che drenano i terreni alluvionali (utilizzate particolarmente per il drenaggio di edemi e di tessuti infiammati):
Alnus glutinosa
Ontano nero
Betula pubescens
Betulla pubescente
Populus nigra
Pioppo nero