I mille usi della tifa
Utili consigli sull’utilizzo di una pianta che ci accompagna dalla notte dei tempi
Speciale Ritorniamo raccoglitori
Elena Parmiggiani
La tifa (Typha Latifolia) è un’erbacea perenne, acquatica, tipica delle zone temperate con un’altezza che varia da 1,2 a 3 metri. Di solito cresce rigogliosa sulla riva di fossi, stagni, laghi e zone umide dove forma grandi gruppi. Adattata a crescere in luoghi dove l’acqua ristagna tutto l’anno, mal sopporta periodi anche brevi di terreno asciutto. Le foglie – larghe dai 2 ai 4 cm – lunghe ed acuminate presentano nervature parallele che corrono lungo tutta la lunghezza.
Gli scapi fiorali sovrastano il fogliame e vengono impollinati dal vento. È proprio il fiore – la cui parte maschile è posta nella parte sovrastante mentre quella femminile in quella sottostante – che da il nome alla pianta: mazzasorda. Collocato su un gambo legnoso, è inizialmente di colore verde, giunto a maturazione assume invece un colore marrone scuro. I semi una volta maturi si staccano facilmente e formano batuffoli di peluria densa (pappi): un singolo fiore ne può contenere più di 3000.
La radice è un rizoma allungato, dal quale ogni anno spuntano nuove radici e fusti, che muoiono poi in autunno.
Parti eduli: polline, giovani getti, radice, giovani foglie
Rizomi/Radici
Tracce di radice di tifa ritrovate in macine preistoriche fanno pensare che fosse utilizzata come cibo già 30.000 anni fa. Il periodo migliore per il raccolto varia dal tardo autunno fino all'inizio della primavera poiché in questo periodo il rizoma è più ricco di amido. La radice contiene circa l’80% di carboidrati (30 – 46% di amido) e il 6 – 8% di proteine. Un ettaro di questa pianta è in grado di produrre 8 tonnellate di farina ottenuta dal rizoma.
Le radici possono essere bollite e mangiate come le patate o macerate e poi bollite per produrre uno sciroppo dolce. Possono anche essere essiccate e macinate, la polvere è ricca di proteine e può essere miscelata con farina di frumento per la preparazione di pane, biscotti ecc. I rizomi sottoposti a torrefazione erano utilizzati come surrogato del caffè.
Giovani germogli in primavera
Usati come sostituto degli asparagi, hanno il sapore del cetriolo. I germogli possono essere utilizzati fino a quando l’altezza raggiunge i 50 cm.
Steli maturi
Si consiglia di rimuovere la parte esterna del gambo e di utilizzare solo la parte più interna, poiché le foglie vecchie sono troppo dure.
Scapo fiorale immaturo
Crudo, cotto alla brace o cotto in una zuppa, ha un sapore dolce come il mais.
Semi/Pappi
Il seme è piuttosto piccolo e poco pratico da utilizzare, ma ha un gradevole sapore di nocciola se arrostito. Può anche essere macinato in una farina e usato per fare torte ecc. Dalla spremitura invece si ottiene un olio alimentare.
Polline
Può essere utilizzato come additivo della farina, per la produzione del pane ecc., o mangiato con i fiori immaturi, il che lo rende ancora più facile da utilizzare. Usato da solo è ottimo per fare le crepes, oppure come addensante al posto della gelatina.
Il polline è ricavato scuotendo in un sacchetto il fiore maschile. Può anche essere raccolto mettendo lo stelo fiorito in un contenitore ampio ma poco profondo e quindi picchiettando delicatamente il gambo e spazzolando il polline con un pennello sottile sulla parte femminile. Ciò contribuirà a impollinare i fiori e garantire così che sia possibile raccogliere sia il polline che i pappi e i semi a maturazione.
Usi medicinali: radice, pappi, fiori freschi
La tifa ha proprietà anticoagulanti, astringenti, diuretiche, emmenagoghi (favoriscono il ciclo mestruale), galattogene (stimola la produzione di latte materno), emostatiche, rinfrescanti, sedative, toniche, vulnerarie, per questo è molto usata in erboristeria.
Rizomi/Radici
La radice ridotta in poltiglia è utilizzata come cataplasma per ustioni e piaghe, foruncoli, ferite, croste, infiammazioni e pustole; la consistenza gelatinosa delle radici pestate è utile come cataplasma per ferite, tagli, foruncoli, piaghe, infiammazioni, ustioni e scottature.
In passato i rizomi bolliti sono stati utilizzati come diuretico, mentre il decotto di radici è stato utilizzato nel trattamento della pertosse. Le radici sono diuretiche, galattogene, refrigeranti e tonificanti.
Foglie
Hanno proprietà diuretiche; ridotte in poltiglia e mescolate con olio vengono utilizzate come cataplasma sulle ferite.
Semi/Pappi
I pappi ancora verdi vengono usati (in poltiglia) per trattare le ustioni e le piaghe e per evitare le irritazioni nei neonati.
Scapo fiorale immaturo
I fiori immaturi possono essere ingeriti per contrastare la diarrea. Una volta secchi sono immangiabili e provocano irritazione e asma. Sono utilizzati nel trattamento di una vasta gamma di disturbi tra cui dolori addominali, amenorrea, cistite, disuria, metrorragia e vaginite.
Polline
Il polline è astringente, diuretico, emmenagogo, emostatico, refrigerante, sedativo, suppurativo e vulnerario. Una volta essiccato ha proprietà anticoagulanti, ma se arrostito con carbone diventa emostatico. È usato internamente nel trattamento dei calcoli renali, emorragie, mestruazioni dolorose, sanguinamento uterino anomalo, dolori post-partum, ascessi e cancro del sistema linfatico. Non deve però essere usato dalle donne in gravidanza. Esternamente, è utilizzato nel trattamento della tenia, della diarrea e delle lesioni.
Altri usi
Anticamente le foglie più dure della tifa venivano usate per confezionare stuoie e impagliare fiaschi e damigiane. In alcune località si utilizzava addirittura nella costruzione delle imbarcazioni.
Le spighe femminili vengono utilizzate dai fioristi per le composizioni floreali secche; va tenuto presente infatti che in alcune zone d’Italia la raccolta dei fiori è vietata per proteggere la specie.
I pappi pressati vengono usati per imbottire materassi e cuscini (si raccomanda di usare una stoffa molto spessa e a maglia stretta, altrimenti la lanugine fuoriesce e crea irritazione). L’infiorescenza secca è un’ottima esca per accendere il fuoco. Inoltre si utilizza lo stelo del fiore sia come punta che come base (tagliato in due a mò di tavoletta)dell’accensione di un fuoco ad arco. È ottima come isolante dal freddo: basta inserire i pappi nelle intercapedini dei muri.
Per la sua capacità di resistere a elevate concentrazioni di inquinanti chimici, biologici e ai metalli pesanti, la tifa è spesso usata negli impianti di fitodepurazione: ha quindi una grande importanza ecologica. Può inoltre essere usata come fonte di etanolo, grazie all’altissimo contenuto di carboidrati, al posto dei cereali col vantaggio di non richiedere alcuna manutenzione.
Attenzione
Poiché la tifa accumula metalli pesanti e tossine, è preferibile scegliere piante che crescano in ambienti non inquinati. Inoltre, prima di raccogliere qualsiasi pianta selvatica che non conoscete, fatevi aiutare da un esperto, altrimenti rischiate di confondere il fogliame con piante tossiche o velenose.
I pappi e i semi della tifa, essendo molto piccoli e numerosissimi, possono causare irritazioni cutanee e asma. La farina di tifa contiene glutine perciò non è adatta a celiaci e intolleranti. Inoltre, pur non essendo una pianta tossica per gli esseri umani, lo è per alcuni animali da allevamento.
INTERTESTI
Tracce di radice di tifa ritrovate in macine preistoriche fanno pensare che fosse utilizzata come cibo già 30.000 anni fa
La tifa ha proprietà anticoagulanti, astringenti, diuretiche, emmenagoghe, galattogene, emostatiche, rinfrescanti, sedative, toniche, vulnerarie, per questo è molto usata in erboristeria
Per la sua capacità di resistere a elevate concentrazioni di inquinanti chimici, biologici e ai metalli pesanti, la tifa è spesso usata negli impianti di fitodepurazione: ha quindi una grande importanza ecologica
Carta di identità della tifa
Nome scientifico: Typha Latifolia
Famiglia: Typhaceae
Nomi comuni: Mazzasorda, Pampano, Biodo, Lisca maggiore, Sala, Stiancia, Tifa
Diffusione: luoghi temperati, 0-1.000 m, in acque poco profonde fino ai 15 cm, predilige il pieno sole
Fioritura: giugno-agosto
Riproduzione: divisione radicale, semi. Per germinare i semi necessitano di substrato umido, bassa concentrazione di ossigeno ed elevate temperature
Distribuzione in Italia: Presente in tutto il territorio. È una specie protetta a livello regionale (Lombardia, Toscana, Molise, Campania)