Una gilda per la food forest
I visitatori sono importanti ci si rende conto del loro valore quando riesci ad imparare cose nuove oppure cose vecchie ma con un twist creativo. Prendiamo Emanuele, Ema è venuto a trovarci nei dieci giorni più caldi dell’anno.
Non solo il caldo era cocente, ma i tafani e le mosche erano insopportabili. Tra un pranzo vegetariano e una cena a base di pizza con lievito madre, durante le pause del pomeriggio in cui si crepava dal caldo, Emanuele ha tirato fuori il suo progetto di Food Forest e mi si è aperto un mondo. Dando una mano negli orti, a diserbare e coprire le aiuole di paglia, ci siamo fatti una bella chiacchierata sull’importanza della food forest e come siamo messi in Italia.
Cos’è la food forest
Chiamata anche foresta giardino (sigh) o foresta commestibile (mi fa ribrezzo, ma non trovo termini più immediati), e dal nostro simpatico Roberto (il cuoco vegano del corso di Permacultura) orto-bosco, la food forest è una foresta multiuso e multiscopo, adatta a far crescere alberi da legna, piante da frutto, erbe medicinali e tanto altro in armonia e imitando i boschi naturali, ma con qualche modifica.
Una “gilda” benefica di 7 livelli:
1) Alberi di alto fusto sia per legname che per frutti
2) Alberi di media altezza, per esempio alberi da frutto con portamenti nanizzanti oppure alberi che fissano l’azoto (ontano, acacia…)
3) Arbusti (more, lamponi, ribes…)
4) Erbacee (insalate, bietole da foglia, spinaci, consolida)
5) Rizomatose, con radici grosse e fittonanti (ravanelli, carote)
6) Tappezzanti (menta, fragole, timo serpillo)
7) Rampicanti (luppolo, uva,
Le gilde nel medioevo erano corporazioni o gruppi di artigiani che facevano lo stesso mestiere, fondata sulla mutua assistenza dei partecipanti, così quindi viene chiamato un gruppo di piante che ha come scopo (mestiere) il supportare la specie primaria (albero di alto fusto o da frutto), fornendogli assistenza (nutrienti, umidità, copertura del suolo, rifugio, cibo e alloggio per insetti utili, ecc).
Le specie utilizzate sono scelte in base al raccolto che possono dare ma non solo, poiché imita il sistema bosco, la foresta commestibile è anche un insieme di piante, animali e microorganismi che si aiutano a vicenda e si supportano molto più facilmente che un singolo albero piantato in un deserto di gramigna.
Il sistema gilda viene replicato come modello in tutta la food forest, con modifiche varietali in grado di apportare la maggior biodiversità possibile.
Le foreste commestibili, se progettate con la Permacultura, sono in sostanza autofertili, a bassa manutenzione, perenni (nei vari strati elencati sopra si dà preferenza alle piante perenni o che si propagano facilmente) e molto produttive.
L’importante è piantare tutti e sette i livelli, e aggiungerei anche una buona dose di micorrize, chissà che non venga fuori qualche plerotus dalla pacciamatura?
Come si fa?
Lo scoprirete nella prossima puntata…